Cantine e vino

L’importanza della biodiversità nel paesaggio viticolo.

La biodiversità di un vigneto è definita come l’insieme di tutte le forme di vita presenti sulla superficie e nel suolo quali piante, animali, microrganismi fino ai geni delle varie entità viventi. Il suolo si caratterizza per una interazione intima e multipla tra la porzione minerale, organica, gassosa e gli organismi viventi. La biodiversità condizionala capacità di un suolo di resistere ai cambiamenti rapidi che avvengono nelle diverse condizioni ambientali e la possibilità di raggiungere lo stato di equilibrio,alla base del concetto di resilienza.

L’ultima rivoluzione agricola ha prodotto una sorta di industrializzazione della viticoltura e la biodiversità nel vigneto è stata vista come un fattore limitante da eliminare. La viticoltura e la natura rappresentavano allora due spazi ben delimitati, gestiti con regole profondamente diverse: lo spazio viticolo, destinato alla produzione, e quello naturale da preservare.

Al contrario, la biodiversità in viticoltura svolge un ruolo essenziale per la valorizzazione dei diversi ambienti di coltivazione e per le diverse esigenze dei modelli di consumo nonostante l’intensificazione dei processi produttivi; si manifesta però soprattutto nelle scelte varietali, mentre è sostanzialmente trascurato l’aspetto relativo all’ecosistema dove la vite è coltivata, il suolo del vigneto ed il suo intorno naturale, la cosiddetta biodiversità floristica (Colugnati et al., 2013).

Da un punto di vista metodologico, la biodiversità floristica di un determinato agroecosistema è rappresentata dalla varietà del patrimonio genetico dell’intera fitocenosi presente: essa è il risultato di una vasta gamma di interazioni agronomiche ed ecologiche tra organismi animali e vegetali che hanno coevoluto tra loro meccanismi di elevata specializzazione in grado di ottimizzare il loro adattamento ad un determinato ambiente pedoclimatico.

Nonostante i molteplici aspetti ecologici della biodiversità siano stati studiati e discussi ormai da alcuni decenni con crescente interesse, solo recentemente la diversità vegetale spontanea dell’agroecosistema è stata considerata argomento degno di ricerca agronomica, soprattutto nel settore viticolo per troppo tempo ai margini di indagini specifiche.

Sulla base di tali considerazioni pare interessante focalizzare la nostra attenzione sugli aspetti ecologici ed agronomici che la diversità floristica comporta all’interno dell’agroecosistema, con particolare riferimento alla biocenosi vigneto.

E’ infatti ormai opinione diffusa (Gerowitt et al,. 2003), che tale ambiente non vada più considerato come una “colonizzazione” agronomica di una determinata nicchia ecologica da parte di una o poche specie coltivate, ma debba essere considerato come un ecosistema in cui l’uomo, ponendosi in modo più o meno equilibrato, determina la sostenibilità a lungo termine di questo sistema ecologico antropizzato.

Purtroppo si è assistito da diversi decenni ad una marcata contrazione della diversità delle associazioni floristiche presenti negli agroecosistemi di varie parti del mondo (Mahn, 1984) tanto che il monitoraggio della dinamica di diversificazione o contrazione biologica rappresenta un innovativo settore di ricerca agro-ecologica (Benvenuti et al., 2004; Trivellone et al., 2017).

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