Ogni vino per essere apprezzato al meglio ha bisogno del suo calice, che cambia di forma e dimensione a seconda della tipologia. Questo è suddiviso in : base, stelo e coppa superiore.
Le caratteristiche principali di un calice prevedono la totale assenza di disegni, loghi o lavorazioni per non compromettere l’analisi visiva. Il materiale deve essere preferibilmente cristallo, mezzo cristallo, o vetro sonoro superiore. Infine, lo spessore non deve superare il millimetro.
In funzione della scaletta di successione dei vini a tavola, verranno posizionati i bicchieri giusti al posto giusto.
Prendiamo come partenza il piatto e le posate, dalla punta del coltello posto alla destra del piatto, partirà il bicchiere da acqua, dopodiché, seguendo una linea obliqua, quello da spumante , vino bianco giovane, fino ad arrivare a quello da dessert. Il numero massimo di bicchieri a tavola è di quattro unità. Se abbiamo più vini, a mano a mano che passiamo al successivo ne togliamo uno e ne reinseriamo un altro, solo quello da acqua resterà sempre al suo posto.
Per i vini spumanti secchi adoperare flute la cui forma permette all’anidride carbonica di liberarsi nella giusta maniera.
Per spumanti con metodo classico si predilige un flute con pancia leggermente più ampia, mentre per vini spumanti dolci si usa la coppa che permette vengano maggiormente sprigionati i profumi intensi.
Per i bianchi giovani si adopera un calice “tulipano”, la cui apertura verso l’esterno consente al liquido di convergere ai lati della lingua per meglio apprezzarne la sapidità ed acidità.
Un tulipano con la parte centrale più ampia si adopera in vece per i bianchi strutturati ed invecchiati per agevolare una maggiore ossigenazione e quindi una apertura anticipata dei profumi.
Per i rossi giovani è adatto sempre il tulipano adoperato per i bianchi strutturati, mentre per i vini rossi strutturati ed invecchiati si adopera il ballon, che con la sua ampiezza permette l’ossigenazione giusta liberando al meglio i profumi.